La luce nel ristorante: quando il piatto diventa un’opera d’arte

La luce nel ristorante: quando il piatto diventa un'opera d'arte

Quali recondite relazioni vi sono tra luce e cibo? Può la luce contribuire a comunicare con più efficacia il cibo ed i suoi valori visivi, olfattivi ed emozionali? Può la luce influenzare l’appetito? E ancora, può la luce influenzare il sapore del vino?

Certo! La luce può esaltare la qualità dell’esperienza gastronomica. Uno strumento di comunicazione fondamentale, irrinunciabile, per regalare emozioni estasianti all’esigente gourmet ma anche per veicolare efficacemente l’immagine del brand.

È risaputo, inoltre, che la scoperta del gusto non comincia una volta seduti a tavola, ma va ispirata e stimolata a monte, già dall’ingresso, con un’atmosfera capace di accogliere, indirizzare e porre l’ospite nella giusta dimensione psicologica. Solleticare la curiosità del gourmet, fornire un piccolo assaggio delle sensazioni che il luogo è in grado di offrire, ammaliare il visitatore con una profusione di incanto e poesia che troverà forza e conferma negli odori e sapori della tradizione.

Tutti questi ingredienti, se combinati alla perfezione, riusciranno a rendere unica ed irripetibile l’esperienza dei vostri ospiti e a far spiccare il vostro ristorante nel vastissimo panorama di locali esistenti.

Grazie alla luce una cena perfetta

Impossibile negarlo, il livello esperienziale di una cena perfetta coinvolge non solo il gusto ma anche tutti gli altri sensi. Diventa così fondamentale l’atmosfera che ci accoglie, ci avvolge, ci intrattiene e ci predispone ai piaceri del palato che seguiranno. Sotto la luce “giusta” i cibi diventano immediatamente più succulenti ed appetitosi, esaltati nella freschezza dei loro colori, e i volti appaiono nella forma migliore. La luce che cade perpendicolarmente sul piatto lo trasforma in un luogo di incontro, o un teatro d’amore, che comunica tutta la passione, l’emozione, la creatività dello chef.

La luce è un ingrediente essenziale della buona cucina. Creare un ambiente altamente invitante che sappia regalare un viaggio multisensoriale, immersivo, indimenticabile, questo il segreto di un progetto del ristorante decisamente vincente. Il progetto della luce non deve essere trascurato, deve valorizzare il luogo esaltando quelle aree o quei dettagli che meritano l’attenzione del cliente, ma soprattutto deve permettere la corretta percezione del cibo. Il tavolo è il palcoscenico dove entrano in scena le creazioni dello chef e queste creazioni devono essere messe presentate ad arte. “Il piatto ha la sua luce”, come dice Gualtiero Marchesi.

I colori del piatto non devono essere distorti da luci sbagliate, ed effetti scenografici troppo marcati possono sì creare sorpresa ma diventare poco efficaci o addirittura controproducenti se trascurano gli aspetti legati al comfort visivo.

Oggi la tecnologia ha fatto passi da gigante e ci offre l’opportunità di sostituire la vecchia lampadina ad incandescenza o alogena o peggio ancora fluorescente con il LED.

Ma attenzione!!! Bada bene però! L’utilizzo distratto e inconsapevole del led può provocare disastri pazzeschi!

La luce nel ristorante: quando il piatto diventa un'opera d'arte

La scelta della luce giusta offre ottimi risultati nell’illuminazione del cibo, ad esempio, si possono combinare un’ampia gamma di temperature di colore con alta resa cromatica, avvicinandosi molto alla luce naturale. Si può scegliere un’illuminazione differenziatauna per l’ambiente e una altra per evidenziare le caratteristiche dei singoli alimenti e rendere un piatto più piacevole alla vista.

Qual è la luce giusta per il piatto?

Il colore della luce influenza la percezione di qualità di quello che mangiamo. Sotto la luce giusta il piatto diventa immediatamente più interessante e appetitoso, la carne assume un aspetto più succulento, frutta e verdura risplendono nella loro freschezza, il vino mostra un colore tale che il suo sapore sembra più intenso.

La luce nel ristorante: quando il piatto diventa un'opera d'arte

Ecco che allora la scelta delle lampade, il loro posizionamento rispetto al tavolo, la temperatura di colore della luce e l’intensità diventano aspetti fondamentali, indispensabili per presentare le pietanze dello chef, trasformare il tavolo in un “palcoscenico del gusto” e sedurre l’esigente gourmet.

Una luce dalla qualità cromatica elevata permette non solo di vedere bene cosa c’è nel piatto, ma di valorizzare le stesse pietanze esaltandone il sapore e persino l’odore, favorendo dunque l’immersione del cliente in uno stato di benessere e di totale appagamento dei sensi. I migliori ristoranti perdono punti per una illuminazione inadeguata, che disturba i clienti fino a spingerli inconsapevolmente a terminare la cena e andare via il più velocemente possibile!

La luce giusta per il tavolo è quella con una corretta resa cromatica che esalta il colore reale del cibo senza alterarlo. Una luce che aiuta a mangiare con gli occhi!

La forma e il colore delle pietanze esaltati da una luce appositamente pensata, la loro consistenza al contatto con la forchetta e poi con il palato, infine il sapore, soave epilogo in cui le allettanti sollecitazioni iniziali trovano piena e assoluta conferma: tutto deve essere parte di un processo studiato per sedurre e infine conquistare il cliente, attraverso un’esperienza emotiva, sensuale e gioiosa che avvolge e travolge i cinque sensi insieme.

Gli errori da non commettere

Angoli bui, luci bianchissime puntate negli occhi come se ci si trovasse dal dentista, luci di colore sbagliato che falsano la percezione dei cibi e sale illuminate male hanno colpito (negativamente) il cliente che, a ragion veduta, non è più tornato in quel ristorante. Per non parlare poi, della scelta del colore e della temperatura di alcune lampade che, secondo recenti studi, farebbero addirittura passare la voglia di mangiare.

La luce blu che ti fa mangiare di meno. I ristoratori che incautamente hanno deciso di istallare nelle proprie sale lampadine (magari ad incandescenza) con vetro azzurrato, tipo quelle che si usavano nelle sale da ballo, potrebbero aver notato che l’appetito dei clienti (in parte uomini) “magicamente” è calato. A dirlo sono i ricercatori dell’Arkansas diretti da Han-Seok Seo che hanno pubblicato uno studio sulla rivista Appetite secondo cui su 112 soggetti che hanno partecipato all’esperimento, quelli che avevano pranzato in una stanza illuminata da una luce blu avevano mangiato significativamente di meno. La sensazione di sazietà era maggiore rispetto a quella degli altri che, invece, avevano mangiato di più.

I piatti, vere e proprie creazioni artistiche degli chef, devono essere posti in giusto risalto, mettendone in rilievo colori e dettagli. L’esperienza che devono vivere i clienti del ristorante deve risultare piacevole e la componente visiva è fondamentale per poter apprezzare maggiormente la bontà del cibo. Spesso, quando si pensa all’illuminazione del ristorante si pensa soprattutto all’atmosfera che si intende creare in sala, dimenticando che una luce non corretta sui piatti può falsare la nostra percezione visiva. Se lo chef non vede in modo reale i colori, a causa della scelta sbagliata delle lampade o della loro disposizione, rischia di portare a tavola qualcosa che non corrisponde alla sua idea.

La luce nel ristorante: quando il piatto diventa un'opera d'arte

La giusta resa cromatica, la giusta intensità, la giusta scelta delle lampade, il giusto posizionamento e il dosaggio preciso all’interno della sala sono i piccoli, ma importanti, accorgimenti che concorrono per arrivare all’obiettivo comune, quello di regalare, “donare” all’ospite un’esperienza emozionale, che involva e travolga i cinque sensi insieme lasciando scolpito nella memoria il ricordo di un luogo di rifugio e ristoro per l’anima, capace di alimentare pensieri e desideri, dare corpo e spazio ai sogni.

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